Fisica - dispense
Temperatura e calore

 
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
 

Nella nostra esperienza quotidiana abbiamo spesso avuto a che fare col concetto di "TEMPERATURA".
Sappiamo che è qualcosa che si misura con un "termometro" e sappiamo che è legata al concetto di "caldo" e "freddo", che sono sensazioni che siamo in grado di avvertire direttamente con il nostro corpo.
Dare una definizione operativa ed efficace di "temperatura" a questo punto in realtà non è facilissimo.
Più avanti, quando avremo definito cosa intendiamo per "calore" ci torneremo sopra e sarà più facile.
Per ora direi che la temperatura è una quantità "scalare" (cioè non è associata ad un vettore) che possiamo misurare appunto con un "termometro" e che ci fornisce in pratica una unica indicazione: ci dice se un corpo è più "caldo" di un altro, e questo serve unicamente a prevedere che se metteremo i due corpi a contatto il calore passerà dal corpo più caldo a quello più freddo.
E, intanto, togliamoci dalla testa che la sensazione che noi proviamo nel toccare un corpo, quella di "caldo" e "freddo" possa essere efficace per misurare la temperatura.
Noi stiamo comodamente in casa con 22°C in maglietta maniche corte, ma se ci immergiamo in acqua a 22°C la sentiamo decisamente fredda.
Questo perché il nostro corpo (che è a 37°C) non è in grado di valutare una temperatura, ma solo la quantità di calore che cediamo ad un corpo.
Quando siamo a contatto con l'aria a 22°C noi cediamo calore, ma se siamo in acqua, sempre a 22°C, che ha una capacità ed una conducibilità termica (vedremo cos'è più avanti) più alta che non quella dell'aria (quando avremo le idee più chiare faremo anche due conti) sentiamo decisamente freddo.
Il  termometro, lo strumento utilizzato per misurare la temperatura, fu inventato da Gabriel Fahrenheit nel 1709, inizialmente era realizzato con alcool. Nel 1725 lo stesso Fahrenheit lo realizzò nella forma poi più utilizzata, usando come materiale il mercurio.
Nel 1742 Anders Celsius introdusse la scala di misura "CENTIGRADA" che è poi quella che utilizziamo normalmente oggi.
Il concetto fondamentale, che passa come "PRINCIPIO ZERO DELLA TERMODINAMICA", è che se un corpo A è in equilibrio termico con un corpo B e questo è a sua volta in equilibrio con un corpo C anche il corpo A e il corpo C sono in equilibrio termico tra loro.
Cioè, se io ho un corpo A e lo metto in equilibrio con un termometro (corpo B) che è in grado di misurarne la temperatura, se poi sposto il corpo B vicino ad un corpo C, e C e B sono in equilibrio, vuol dire che A e C hanno la stessa temperatura.
Il termometro è uno strumento che si basa sulla semplice osservazione che i materiali si dilatano o si restringono in funzione della temperatura.
Costruito un termometro, che non è altro che un tubicino con all'interno una sostanza libera di scorrere (alcool o mercurio), si mette a contatto con un oggetto, si attende che la sostanza all'interno del tubicino si stabilizzi e quindi si assegna ARBITRARIAMENTE a quella posizione un valore.
Per avere una scala univoca si deve ragionare su almeno due fenomeni "riproducibili".
La prima scala adottata da Fahrenheit aveva come "zero" la temperatura a cui il ghiaccio salato fonde, valore non precisissimo detto così perché, come fatto in seguito, dovremmo conoscere esattamente la composizione della miscela acqua e sale e specifiche condizioni di pressione. Come secondo riferimento Fahrenheit prese la temperatura del sangue di un cavallo (circa 37°C) e poi divise questa distanza in 12 spazi uguali .. ma siccome sembrava poco, la divise ulteriormente in 8 .. totale 96 gradi tra il ghiaccio salato che fonde e sangue del cavallo ...
Detta così sembra una cosa bizzarra, ma è perché noi oggi siamo abituati a vedere le cose con sistemi "decimali" e quindi ci sembra naturale la scala "Celsius" in gradi centigradi e in genere ci sembra strano dividere qualcosa in valori che non siano decimali.

In realtà prima della Rivoluzione Francese si tendeva ad utilizzare grandezze che fossero divisibili più facilmente. Ad esempio il numero 12 è divisibile per 2, per 3 e per 4 - preferibile al 10 che si può dividere solo per 2 e per 5, ma se siamo in tre è un casino.
Il numero 60 (e chissà come mai lo utilizziamo ancora oggi per misurare il tempo e gli angoli...) ad esempio, ha caratteristiche fantastiche: si divide per 2, per 3, per 4, per 5, e anche per 6 ... e poi per 10, per 12, per 15 ...
Celsius fece la stesa cosa ma fu un po' più preciso e utilizzò la temperatura del ghiaccio (di acqua distillata) che fonde come zero e la stessa acqua distillata che bolle come 100.
Aggiustamenti successivi fanno in modo che in gradi Fahrenheit l'acqua ghiaccia (0°C) a 32°F e bolle (100°C) esattamente a 212°F.
Quindi per ora diciamo che la TEMPERATURA è una proprietà misurabile come grandezza scalare, che indica lo stato termico di un sistema, ed in particolare permette di prevedere il "flusso di calore" che sarà sempre nel senso da un sistema a temperatura più alta verso un un sistema a temperatura più bassa.

0 K - NO ENERGIA

50 K - SOLIDO 100 K - SOLIDO 200 K - SOLIDO 300 K - LIQUIDO 370 K - LIQUIDO 400 K - GAS
Un altro modo per vedere la temperatura è in qualche modo legarla all'energia di agitazione delle molecole di un sistema.
E questo già ci aiuta al passaggio successivo, che sarà quello di legare in qualche modo calore e temperatura all'energia che conosciamo, che per ora è solo "cinetica" (legata ad una massa che si muove) o "potenziale" nel senso di eventuale lavoro fatto da una forza.
Se analizziamo un sistema al microscopio vediamo che le particelle che lo compongono, maggiore è la temperatura del sistema e maggiore è il loro movimento. Cioè in qualche modo la temperatura è legata al movimento e quindi possiamo pensarla legata all'energia "cinetica" delle particelle del sistema.
Una prima osservazione sarebbe che, se la temperatura è legata al movimento delle particelle, se io la abbasso (raffreddo il sistema, ovvero gli faccio cedere energia) ad un certo punto queste particelle saranno semplicemente "ferme".
Se ciò fosse vero esisterebbe un limite minimo di temperatura: una volta che le particelle sono ferme non è possibile raffreddare un sistema ulteriormente.
Ed è proprio così.
Questo limite esiste ed è chiamato "ZERO ASSOLUTO" - è la temperatura minima alla quale si può raffreddare un sistema.
A quella temperatura l'energia di agitazione delle particelle è zero e di conseguenza il mio sistema non può cederne. Si è raggiunto un limite.
Tornando al nostro modo di misurare la temperatura, se utilizzassimo un termometro capace di misurare la temperatura sino a quel livello troveremmo che lo zero assoluto è a -273,15°C.
E' una temperatura "teorica" irraggiungibile in pratica (per togliere calore ad un sistema vicino allo zero assoluto dovrei poterglielo far cedere a qualcosa che deve essere più freddo di lui).
Nel sistema internazionale di misura l'unità di misura della temperatura è il Kelvin (che non è "grado Kelvin" ma solo "Kelvin") ed è quantitativamente uguale al grado centigrado (se vario la temperatura di un sistema di 1°C la vario anche di 1 Kelvin) ma ha come punto di partenza (lo ZERO) lo zero assoluto (0 K = -273,15 °C).

L'EQUAZIONE DI STATO DEI GAS (IDEALI)

Da quello che abbiamo visto prima possiamo immaginare che se io scaldo un sistema allo stato gassoso, le cui particelle sono libere di muoversi, più lo scaldo più queste si muovono.
Quindi, per potersi muovere avranno bisogno di più spazio ...
Immaginate un gruppo di cinquanta persone su un autobus .. occupano poco spazio ma sono costrette appiccicate le une alle altre senza potersi muovere..
Se però ad un certo punto decidessero tutte insieme di sgranchirsi le gambe girando l'autobus lo spazio non basterebbe, o si allarga l'autobus (aumenta il volume) o aumenta la pressione (ci sentiamo schiacciare da questi che vogliono muoversi).
Più o meno è quello che succede nei gas ... se aumento la temperatura (la gente si muove - le particelle hanno maggiore energia e quindi si muovono di più) o faccio più spazio (aumento il volume) o la gente si sentirà schiacciare (aumenta la pressione).
Se volessimo mettere in "formule" quello che abbiamo detto verrebbe una cosa del genere :

Cioè se aumento la temperatura faccio aumentare pressione e/o volume .. che è proprio l'equazione dei gas ideali: PV = nRT (Pressione per Volume è uguale a numero di moli - vediamo cosa vuol dire ma è come se dicessi massa, quantità di gas - per Temperatura ... e per una immancabile costante che serve per "far tornare i conti".
L'equazione di stato dei gas ci basta e ci giustifica anche le leggi fondamentali della termodinamica:

LEGGE DI BOYLE : Trasformazione di un gas a temperatura costante : Se aumento la pressione mantenendo costante la temperatura il gas diminuisce il suo volume (dalla legge che abbiamo appena visto è evidente, mantenendo costante temperatura e quantità di gas è ovvio che se uno dei due fattori a primo membro aumenta, dovendo mantenersi costante il loro prodotto l'altro deve per forza diminuire in modo inversamente proporzionale.
Ovviamente per lo stesso motivo se aumenta il volume deve diminuire la pressione.
Una trasformazione a temperatura costante si dice ISOTERMA (dal greco ISO = STESSA - TERMA = TEMPERATURA)

PRIMA LEGGE DI GAY - LUSSAC - Trasformazione di un gas a pressione costante (ISOBARA .. con BAR chiamiamo tutto quello che ha a che fare con la pressione, ISO vuol sempre dire "la stessa").
Se aumento la temperatura mantenendo costante la pressione deve aumentare il volume - E' così che l'uomo ha volato per la prima volta : Scaldando l'aria all'interno di un involucro questa aumenta di volume, io la lascio uscire e così ad un certo punto avrò un pallone pieno di aria calda che però è molto più leggero di quando era pieno di aria fredda, e grazie alla spinta di Archimede questo si alza.

SECONDA LEGGE DI GAY - LUSSAC - Trasformazione di un gas a volume costante (ISOCORA .. con CORA in greco si definisce une regione limitata, ISO vuol ancora dire "la stessa").
Se aumento la temperatura mantenendo costante il volume deve aumentare la pressione.

Manca solo capire cosa è "n", cioè il numero di moli.
In pratica è un valore che indica la quantità di materia con cui abbiamo a che fare, il concetto non cambierebbe se utilizzassimo una massa in kg (cambierebbero ovviamente la costante R e le unità di misura).
Come mole si indica una quantità di materia che contiene un numero preciso di particelle elementari (atomi o molecole).
In particolare la quantità di materia che contiene tante particelle quanto è il NUMERO DI AVOGADRO (6,02214076×1023), che una volta era definito come il numero di atomi contenuti in 12g dell'isotopo 12 del Carbonio.
Per quanto riguarda però la comprensione di quanto dobbiamo fare la cosa è abbastanza ininfluente .. il numero di moli è come dire la "quantità di materia".
Ora vediamo come possiamo definire il CALORE.
Abbiamo già detto che è una forma di energia ... e ci viene bene in quanto ogni qual volta abbiamo a che fare con una sistema "non conservativo" (cioè in pratica sempre se il sistema è reale) l'energia che ad un certo punto possiamo misurare (ad esempio l'energia cinetica di un carrello che si sposta su un binario orizzontale) in teoria dovrebbe mantenersi, ma in realtà sappiamo che il carrello prima o poi si ferma.
Quindi la sua energia cinetica dove è finita?
Si è trasformata, appunto, in calore.
Se la cosa non è molto evidente in un carrello che si ferma lentamente, diventa chiara quando parliamo ad esempio di un treno o di un'auto che frenano.
L'auto si ferma ma se tocchiamo le pastiglie dei freni le troviamo calde - l'energia cinetica si è trasformata in calore per attrito durante la frenata.
Quantificando (cioè esprimendo una unità di misura con la quale valutare il calore) una prima unità di misura per il calore fu definita la "CALORIA" che  sarebbe la quantità di calore necessaria a far aumentare la temperatura di un grammo di acqua distillata da 14.5°C a 15.5°C alla pressione di 1 atmosfera (1013 hPa).
Successivamente, visto che il calore di fatto è energia, si è preferito utilizzare la stessa unità di misura dell'energia e cioè il Joule.
La conversione Caloria/Joule è 1 Caloria = 4,187 Joule.
Un metodo per trasformare il lavoro meccanico in calore può essere quello rappresentato nella figura a lato (mulinello di Joule).
Si costruisce un sistema composto da un rocchetto a cui sono collegate delle palette immerse in acqua. Al rocchetto sono collegati due pesi.
Quando si lasciano i pesi questi scendendo fanno girare le palette. Il lavoro compiuto dai due pesi è ovviamente il solito mgh (energia potenziale) - misurando la variazione di temperatura dell'acqua si ottiene il rapporto tra lavoro ed aumento di temperatura di una definita quantità d'acqua, da cui la conversione vista prima.
Per la definizione efficace di calore, si può indicare come "energia trasferita tra due sistemi a causa della loro differenza di temperatura".

Il trasferimento di calore avviene in natura in tre modi differenti:

Per contatto e conduzione: Due corpi si toccano e il calore passa dal corpo più caldo a quello più freddo - diminuisce la temperatura del più caldo e aumenta quella del più freddo. A seconda di una caratteristica del materiale che si chiama "conducibilità termica" uno stesso oggetto scaldato ad una estremità, dopo un po' di tempo andrà in equilibrio termico con se stesso e quindi anche l'estremità opposta raggiungerà la medesima temperatura. La conducibilità termica è una caratteristica, ad esempio, dei materiali da costruzione. Hanno una piccola conducibilità termica i materiali che vengono utilizzati come "isolanti" (legno, plastica, lana, polistirolo, aria) mentre hanno una elevata conducibilità termica i materiali utilizzati per "disperdere" il calore (in genere tutti i metalli).

Per convezione: Occorre un fluido (gas o liquido).
Per contatto con un corpo caldo il fluido si scalda e diventa meno denso (aumenta il suo volume a parità di pressione) e quindi più leggero. Sale e quindi "trasporta" il calore in alto, scaldando quindi per contatto un eventuale corpo che vi fosse immerso.

Per irraggiamento : Tutti i corpi emettono radiazioni elettromagnetiche e tutti i corpi assorbono radiazioni elettromagnetiche. E' il mezzo con cui il Sole riscalda la nostra Terra e con cui la nostra Terra cede a sua volta calore allo spazio.

I nostri occhi sono capaci di vedere una certa gamma di radiazioni elettromagnetiche, dal "rosso" al "violetto".
I corpi caldi (ma non troppo) emettono tutti radiazioni più "lunghe" delle radiazioni rosse (onde radio e "infrarosse") che i nostri occhi non sono capaci di riconoscere.
Alcuni animali, come i ratti o i felini, sono invece in grado di utilizzarle, vedendoci quindi anche di notte.
Noi cominciamo a vedere le radiazioni emesse dai corpi solo oltre una certa temperatura.
E il primo colore che vediamo è appunto il rosso.
Ad esempio un pezzo di ferro riscaldato, diventerà "luminoso" (cioè riusciremo ad utilizzare le radiazioni emesse come luce) solo oltre una certa temperatura.

I CAMBIAMENTI DI STATO

Come abbiamo visto la temperatura si può vedere come una misura dello "stato energetico" delle particelle di un sistema.
Allo zero assoluto le particelle non hanno energia e quindi stanno ferme .. sicuramente il nostro sistema avrà l'aspetto di un solido.
Aumentando la temperatura le particelle cominciano a vibrare intorno ad una posizione di equilibrio - il nostro sistema è ancora solido ma, come nell'autobus, se la gente sgomita ha bisogno di più spazio .. e il nostro solido si dilata (aumenta di volume).
Ad un certo punto l'energia delle particelle è tale da non mantenere più una posizione "media", ma cominciano a spostarsi senza tornare al loro posto (la gente sull'autobus se ne va in giro).
Prima però di mettersi a ballare occorre che TUTTI si siano alzati dal loro posto.
Per il nostro sistema abbiamo la trasformazione da solido a liquido (liquefazione - il suo contrario è solidificazione) e perché il liquido possa ancora aumentare la sua temperatura occorre che tutto il sistema abbia cambiato di stato, cioè che tutto il nostro materiale di si sia liquefatto.
Durante la trasformazione quindi noi continuiamo a cedere calore al sistema ma questo non fa aumentare la sua temperatura.
Il calore "consumato" per trasformare tutto il nostro solido in liquido è detto "calore latente di trasformazione".
Il calore latente di trasformazione è una quantità specifica di ogni sostanza.
Anche nella fase successiva di trasformazione da liquido a vapore è necessario che il nostro sistema riceva calore.
Questo fenomeno è alla base del sistema di termoregolazione del nostro corpo:
Quando ci surriscaldiamo, ad esempio per l'attività fisica, il nostro corpo emette sudore (liquido).
Nelle condizioni giuste il sudore va a contatto con l'aria ed evapora (si trasforma in vapore) ma per farlo ha bisogno di assorbire calore e lo preleva dal nostro corpo raffreddandolo.
E' il motivo per cui se l'aria è umida (e quindi incapace di assorbire ulteriormente umidità) il nostro sudore non evapora e noi stiamo male (sentiamo caldo perché il nostro corpo non riesce a disperdere il calore in eccesso).
In linea di principio quando un corpo si scalda le particelle che lo compongono, sia esso solido, liquido o gassoso, acquistano energia e quindi hanno bisogno di più spazio .. il nostro sistema aumenta di volume.
Sappiamo che però non è così per l'acqua, che quando si solidifica, invece di diminuire, aumenta di volume.
Questo è dovuto alla particolare struttura "ordinata" dei cristalli di ghiaccio, che occupa più spazio della struttura "disordinata" delle molecole d'acqua, anche se queste sono in movimento.
Come funziona un frigorifero?
Abbiamo detto che un corpo non può cedere calore ad un altro corpo più caldo. Ma allora come facciamo a raffreddare anche sotto zero i nostri freezer?
Prendiamo un gas a temperatura "ambiente", grazie ad un compressore azionato elettricamente, lo comprimiamo.
Aumentando la pressione aumenta la temperatura. Mandiamo il gas compresso in uno "scambiatore di calore". In questo momento il gas (compresso) è più caldo di quanto era prima e quindi può cedere calore all'ambiente.
Quindi il gas ad alta pressione si raffredda (in teoria potrebbe raffreddarsi sino a tornare alla temperatura che aveva prima di comprimerlo).
Raffreddandosi, ad alta pressione, raggiunge la temperatura di condensazione e diventa liquido.
A questo punto abbiamo un liquido ad alta pressione che però, se le cose hanno funzionato bene è a temperatura ambiente.
Sino ad ora abbiamo "riscaldato" l'ambiente (è il motivo per cui i condensatori, cioè gli scambiatori di calore dei condizionatori, devono essere messi all'aperto, se no quello che raffreddiamo ce lo saremmo già "mangiato" con questa stufetta - è il principio dei moderni riscaldatori a "pompa di calore"), ma abbiamo un fluido compresso a temperatura ambiente.
Facciamo passare il fluido compresso in un "evaporatore" che semplicemente è un dispositivo che permette al fluidi di espandersi, tornando allo stato gassoso.
Durante l'espansione non solo il mio fluido diminuisce di pressione e quindi anche di temperatura, ma siccome cambia pure di stato, passando da liquido a gas, necessita di quel "calore latente di trasformazione" di cui avevamo parlato prima, e lo va a prendere all'interno dell'ambiente che vogliamo raffreddare, che quindi cede calore e scende di temperatura.
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17 18 19 20