Per comprendere come e perché una aereo possa volare
è necessario conoscere un minimo della dinamica dei fluidi.
In particolare il nostro velivolo si muoverà nell'aria, che
ipotizziamo come un fluido incomprimibile.
Questo è vero alle basse velocità, quando il velivolo raggiunge
velocità vicine a quelle di propagazione del suono, l'aria manifesta
la sua comprimibilità e le cose cambiano sostanzialmente.
Parliamo pertanto di regimi SUBSONICO e SUPERSONICO.
Quello che tratteremo in questa parte del corso è esclusivamente il
moto in regime subsonico, cioè dove l'aria può essere considerata un
fluido non comprimibile e non viscoso (trascuriamo gli attriti). |
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Il principio fluidodinamico che più ci interessa,
semplificando al massimo la trattazione, è quello
normalmente attribuito a Daniel Bernoulli, che dice
sostanzialmente che in un fluido in moto la somma delle
pressioni statica più dinamica si mantiene costante.
Cioè
cioè
essendo la pressione dinamica
Questo principio deriva dalle leggi di conservazione
della massa, dell'energia e della quantità di moto,
applicate ad un fluido in movimento.
A noi quello che interessa però e semplicemente che se un
fluido va più veloce la sua pressione diminuisce.
V è la velocità del fluido espressa in m/s, mentre
r è la densità dell'aria, che al
livello del mare vale 1.225 kg/m3
Consideriamo due casi esemplificativi:
- Quando il fluido scorre all'interno di una condotta
(è il caso di una tubazione di un impianto idraulico,
del vento tra le pareti delle montagne, del flusso
dell'aria all'interno di un motore a getto ...)
- Quando un solido viene a trovarsi all'interno di un
fluido (ad esempio l'ala di un aeroplano, ma anche una
palla da calcio o un proiettile)
Il concetto di base è che se costringo il fluido a passare
in una sezione più piccola di condotto, ovvero a fare più
strada per superare un ostacolo (ad esempio il dorso di
un'ala), per poter passare la stessa massa nello stesso
tempo attraverso una sezione più piccola (ricordiamoci che
il fluido non si può comprimere), deve necessariamente
aumentare la velocità.
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Un condotto sagomato in modo da presentare
una parte convergente e quindi divergente e che in qualche
modo sfrutta la depressione che si viene a generare nella
gola prende il nome di TUBO DI VENTURI.
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In pratica la pressione minore sul dorso
dell'ala comporta una minore forza (F2) rispetto a quella
prodotta dalla normale pressione atmosferica (F1).
La differenza tra queste due forze è la portanza che
permette il sostentamento dell'ala.
Molti fenomeni a noi comuni sono dovuti alle depressioni
causate da un fluido in movimento.
Ad esempio:
- Una finestra che sbatte .. si apre in quanto il
vento (aria in movimento) all'esterno produce una
depressione.
- Il fastidio alle orecchie che si prova in treno se
si entra in galleria con il finestrino aperto - il
sistema galleria/treno si comporta come un tubo di
venturi, aumenta la velocità dell''aria che deve uscire
per lasciare spazio al treno e diminuisce la pressione
- Le bombolette spray, dove un gas in pressione esce
attraverso un tubo di venturi e quindi per depressione
aspira e nebulizza il prodotto contenuto nella
bomboletta.
- L'effetto Venturi era utilizzato negli anni '70
sulle vetture di Formula 1 - l'aria passando tra il
suolo e il fondo dell'auto creava una depressione che
teneva praticamente "incollata" l'auto al suolo.
Era però molto pericoloso perché bastava un minimo
sobbalzo perché l'auto prendesse letteralmente il volo.
Lo spettacolare (e mortale)
incidente di Jilles
Villeneuve fu proprio dovuto a questo.
Effetti venturi 1 -
Effetto venturi 2 |
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Un'altra applicazione del principio di Bernoulli, che prende nome di
"EFFETTO MAGNUS", è la forza deviante che si viene a generare su una
sfera o un cilindro in movimento che oltre a traslare ruotino.
Da una parte la corrente verrà "aiutata" dal movimento di rotazione,
mentre dall'altro la rotazione la contrasta.
Questo comporta una maggiore velocità della corrente sul lato dove la
rotazione le è favorevole, esattamente come per un profilo alare.
Il risultato è una "portanza", cioè una forza che devia la sfera dalla
sua traiettoria.
L'applicazione più nota di questo effetto si ha nei giochi con la palla,
dove colpendo la palla "di taglio" (ovvero non nel "centro"), si provoca
una rotazione che fa assumere al pallone una traiettoria deviata
rispetto a quella naturale (il tiro ad effetto). |
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EFFETTO
COANDA |
Tutto questo funziona in quanto quando un fluido
incontra un corpo solido tende a seguirne la forma.
Questo effetto, dovuto agli attriti tra l'oggetto e il fluido,
si chiama "effetto COANDA".
Lo si può sperimentare facilmente con un cucchiaio
sotto al getto d'acqua di un rubinetto. |
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