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Uno degli strumenti fondamentali a disposizione del
pilota è l'altimetro.
L'altimetro barometrico basa il suo principio di funzionamento sul
concetto che la pressione atmosferica è generata dal peso dell'aria
che ho sulla testa, se salgo di quota avrò meno aria sulla testa,
meno peso, e quindi anche la pressione sarà diminuita.
Fatta questa considerazione, mi basterà misurare la pressione
atmosferica e conoscere come varia questa con la quota per sapere a
che distanza dal suolo sto volando.
In effetti l'altimetro barometrico altro non è che un barometro che
misura la pressione statica dell'aria, solo che invece di dare
indicazioni in millibar le da direttamente in piedi (o metri).
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Le prese statiche normalmente sono almeno
due, poste su ambedue i lati della fusoliera in modo che si
compensino gli effetti dovuti ad un eventuale sbandamento
del velivolo.
Al suolo devono sempre essere protette in modo che non
possano occludersi a
causa di sporcizia o insetti. |
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L'altimetro al suo interno contiene una capsula
"aneroide", che è un modo alternativo per dire "stagna".
La cassa dell'altimetro è poi collegata alla presa della pressione
statica, in questo modo la capsula si espanderà o contrarrà a
seconda del valore della pressione statica.
Tramite semplici manovellismi ed ingranaggi il movimento della
capsula è riportato alle lancette sul quadrante che in questo modo
indicano la quota.
Tramite una manopola di regolazione è possibile tarare la pressione
di riferimento (QNE/QNH/QFE).
In caso di problemi sul circuito della presa statica è possibile
attivare una presa statica alternativa di emergenza semplicemente
rompendo il vetro di protezione del quadrante. In questo modo lo
strumento utilizzerà la pressione statica captata all'interno
dell'abitacolo, che grossolanamente è uguale a quella esterna
(ovviamente non sui velivoli pressurizzati)- |
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Sin qui tutto sarebbe perfetto se non fosse che:
Anche alla stessa quota, in momenti diversi, la pressione
atmosferica può cambiare notevolmente. Questo è dovuto al fatto che
la pressione atmosferica varia in funzione della stagione e delle
condizioni meteorologiche (o sarebbe più appropriato dire che sono
le condizioni meteo che variano in funzione delle differenze di
pressione, ma questa è un'altra storia...). |
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Il gradiente barico verticale (cioè quanto cambia la pressione al variare
della quota), fissato in 27 ft per ogni millibar di differenza di
pressione in aria standard, non è sempre quello. Se l'aria è più o meno
densa di quella "campione" standard (quella che al livello del mare ha una
pressione di 1013.25 mb e una temperatura di 15°C) anche
questo varia, e anche di ciò dobbiamo tener conto se vogliamo conoscere
esattamente la nostra quota vera.
Per quanto riguarda il primo problema (la pressione
varia ogni giorno), basta fare riferimento alla pressione al suolo e
calcolare la quota in funzione della differenza rispetto a questa.
In pratica le stazioni a terra rilevano la pressione al livello del
mare (o da un'altra parte, ma con semplici calcoli la riportano a
quella che ci sarebbe al livello del mare) e ne informano il pilota.
Il valore di pressione riferito al livello del mare è indicato come
QNH ed è senz'altro la più importante delle informazioni che
le stazioni di terra forniscono ai velivoli in transito.
Una volta conosciuto il valore del QNH il pilota ruota
un'apposita manopola sull'altimetro sino a riportare il valore del
QNH sulla finestrella dello strumento. Questa "taratura" di
fatto fa coincidere l'indicazione "ZERO" (cioè il livello del mare)
con la pressione indicata dal QNH. |
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L'altimetro così tarato indica una quota calcolata
tenendo conto di un gradiente barico verticale di 27ft/mb,
tipico dell'aria standard (temperatura 15°C al livello del mare a
1013.25 mb).
Se invece, come quasi sempre accade, la temperatura dell'aria SAT (Static
Air Temperature - misurata o al suolo o in volo) è diversa da quella
"standard" (indicata come ISA International Standard Air), bisogna
ulteriormente correggere tale indicazione.
Una formula "empirica" ma sufficientemente corretta permette di
calcolare tale variazione aggiungendo 4/1000 di ft per ogni
grado di differenza di temperatura tra la SAT e la ISA
per ogni piede di quota indicato.
ATTENZIONE: memorizzate attentamente la
figura: se l'aria è calda (SAT>ISA) la
quota indicata è minore di quella vera, per cui noi siamo più alti
di quanto non ci dica l'altimetro.
Se fa freddo, invece (SAT<ISA) la quota reale è inferiore a quella
indicata, e cioè noi siamo più bassi di quanto non indichi
l'altimetro.
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In pratica i calcoli da fare sono i seguenti:
Si corregge la quota di pressione (Pressure Altitude, PA)
indicata dall'altimetro tarato sul valore standard di 1013 mb
(il valore corretto è di 1013.25, ma provate un po' voi a regolare i
centesimi di millibar sulla finestrella di un altimetro!) aggiungendo una
variazione di quota di 27 ft per ogni millibar di differenza.
IA = PA + (QNH-1013)x27
In questo modo si ottiene la "Indicated Altitude", IA,
così detta perché se questa operazione la facciamo ruotando la manopolina
sull'altimetro sino a riportare il valore del QNH nella finestrella
di taratura, è proprio questo il valore che leggiamo (indicato) dallo
strumento.
Un'ultima correzione per passare dalla IA (Altitudine Indicata)
alla TA (True, cioè "vera" Altitude) la facciamo
applicando questa semplice formula:
dove DT è il valore SAT - ISA che
indica la differenza tra la temperatura dell'aria attuale e quella standard.
ATTENZIONE: La correzione per la differenza nel gradiente barico
verticale va applicata sull'indicazione riferita alla superficie isobarica
di riferimento che abbiamo.
Se ad esempio abbiamo tarato l'altimetro sul QFE (e cioè sul valore
di pressione riferito al suolo nella zona in cui stiamo volando) la IA
è di fatto la separazione indicata rispetto al livello del suolo. |
Separazione
verticale tra due velivoli |
Nel caso (frequente) che si debba calcolare
l'effettiva separazione verticale tra due velivoli che abbiano
altimetri tarati su riferimenti differenti, si vede facilmente come
l'errore dovuto alla differente taratura dell'altimetro sia
importante e vada quindi considerato (se un altimetro è tarato su
una superficie isobarica a quota differente rispetto a quella su cui
è tarato il secondo è ovvio che proprio questa differenza di quota
tra le due isobare dovrà essere considerata nel valutare l'effettiva
separazione verticale dei due velivoli), mentre invece l'errore
dovuto alla diversa densità dell'aria rispetto alla ISA abbia poco
valore e possa quindi essere trascurato.
Infatti tale errore vale solo 4/1000 di piede per ogni grado di
temperatura di differenza e ancora per ogni piede di differenza di
quota.
Siccome i calcoli li devo fare quando la separazione dei velivoli è
piccola, per cui esiste il rischio di collisione, si vede come una
differenza di temperatura anche di 20°C, riportata su una distanza
di 100 ft non influisca che per soli 8 ft. |
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