Fisica - dispense
Statica - equilibrio dei momenti

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Nella dispensa precedente abbiamo visto come sia possibile valutare le forze in gioco riferite ad un sistema statico.
Negli esempi fatti abbiamo considerato i corpi come "puntiformi", cioè senza una forma reale.
In questo caso per garantire l'equilibrio del sistema basta che sia nulla la risultante di tutte le forze cha agiscono su di esso.
Ma questo in genere non basta.
Prendiamo ad esempio un peso posizionato su una trave, a sua volta appoggiata su un supporto, come nella figura a lato.
E' immediatamente evidente che c'è qualcosa che non va ...
Le forze sono equilibrate, ma il sistema non se ne sta fermo.
Un sistema come quello della figura qui sotto invece sarebbe stabile.

Ovviamente dovrà essere F1 + F2 = P , ma sarebbe anche l'unica relazione che potremmo scrivere, e quindi, con quello che sappiamo, non saremmo in grado di calcolare i valori di F1 ed F2 (una sola relazione con due incognite).
Dobbiamo definire un'altra grandezza che chiameremo MOMENTO DI UNA FORZA e che è uguale al prodotto della forza per il braccio di applicazione.
Cosa vuol dire?
Supponiamo di voler far ruotare una porta intorno al suo cardine.
E' esperienza comune che se spingo la porta vicinissimo al cardine per smuoverla devo fare una fatica enorme .. se invece la spingo nella zona della maniglia (che non a caso è messa ben lontana dal cardine) lo sforzo è minimo.
In pratica osserviamo che, per quanto riguarda la capacità di far ruotare un corpo:
  • Se applichiamo una forza lontana dal centro di rotazione serve poca forza.
  • Se applichiamo la forza vicino al centro di rotazione occorre molta forza
  • Se applichiamo la forza proprio sull'asse di rotazione, per quanta forza si possa fare il corpo non ruota
Per essere più precisi, definiamo il braccio di applicazione:
E' la distanza tra la retta di azione della forza e il centro di rotazione.
Prima conseguenza di questa osservazione è tutta la teoria sulle leve.
Quanta forza devo fare per sollevare un peso di 100 kg utilizzando un'asse di 2 metri appoggiata a 50 cm dall'estremità su cui è fissato il peso?

Questa che abbiamo visto è una delle prime macchine mai utilizzate dall'uomo, la LEVA.
In particolare il tipo di leva mostrato qui è una LEVA DI PRIMO GENERE - il punto d'appoggio si chiama FULCRO) è posto tra la forza attiva e quella resistente (il peso).
Lascio a voi valutare la reazione vincolare (la forza equilibrante) sul fulcro.
Un altro tipo di leva, ancora più vantaggioso, lo realizziamo se poniamo il peso tra la forza attiva e il fulcro.
Questa è una LEVA DI SECONDO GENERE.
Anche qui, per esercizio, calcolatevi rapidamente la reazione vincolare sul fulcro.
Identica alla leva che abbiamo visto prima è invece la LEVA DI TERZO GENERE, dove abbiamo scambiato il punto di applicazione della resistenza con il punto di applicazione della forza attiva. Questa ovviamente è una leva svantaggiosa (funziona esattamente come la leva di secondo genere, ma al contrario).
La maggior parte dei nostri muscoli scheletrici (quelli che ci fanno muovere) agiscono in realtà come leve di terzo genere.

Quindi, in generale, per le leve, abbiamo il semplice rapporto

 
 
 

Dove abbiamo indicato con bR il braccio relativo alla forza resistente e bF il braccio relativo alla forza attiva.

IL BARICENTRO

Ogni corpo solido presenta un punto particolare, che è il centro "pesato" della massa di quel corpo.
Vorrebbe dire che se io "appendo" il corpo vincolandolo esattamente in quel punto questo non ruota.
E' cioè il centro della distribuzione di tutte le forze di massa (il peso).
E' il punto dove possiamo considerare applicata tutta la massa (tutto il peso) del corpo.
Se ci calcolassimo tutti i momenti delle forze peso distribuite come tante piccole masse infinitesime per il loro braccio rispetto a questo punto troveremmo sempre che la loro somma è zero.
EQUILIBRIO DI UN CORPO SU DUE APPOGGI

Vediamo i due casi tipici con cui possiamo "bloccare" una struttura:
Una trave "appoggiata" su due supporti o una trave "incastrata" tra due supporti.
 


 
EQUILIBRIO DI UN CORPO INCASTRATO
Visto che questo comunque vuole essere un corso di aeronautica vale la pena notare che gli aeroplani in configurazione "classica" (piani equilibratori dietro) sono di fatto travi incastrate.
Cioè l'ala produce portanza (verso l'alto) e la coda deportanza (tira verso il basso).
 
EQUILIBRIO DI UNA SCALA APPOGGIATA
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