Fisica - dispense
La corrente elettrica

 
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Nel capitolo precedente abbiamo visto semplicemente che "esiste" la carica elettrica.
Cioè che è possibile "caricare" in modo elettrostatico un oggetto e che questo, una volta carico, attrae o respinge altri oggetti a seconda se questi siano a loro volta carichi con carica opposta o uguale.
Bello, interessante, ma se stesse tutto qui fondamentalmente poco utile.
Se ci penso su l'unica vera applicazione dell'elettrostatica (a parte il fatto che da fastidio e può causare danni, come abbiamo visto nel capitolo precedente) è il panno per pulire casa che attira la polvere.
Molto più interessanti sono invece i fenomeni legati al movimento delle cariche, cioè alla "corrente elettrica" (vedete un po' le cariche come tante particelle d'acqua ... la "corrente" è lo spostamento della massa d'acqua lungo un condotto).
Fu nel 1799 che Alessandro Volta inventò la PILA - un generatore di corrente elettrica ottenuto grazie al confronto tra due diversi metalli.
Ma anche così l'utilità era poca.
Successivamente, però, 1820 e giù di li, ci si accorse come la corrente elettrica (cioè questo spostamento di carica) fosse legata anche al magnetismo.
Da li, in rapida successione, l'invenzione del generatore elettromagnetico, della lampadina, e poi l'utilizzo della corrente elettrica per le telecomunicazioni (o meglio, l'invenzione delle telecomunicazioni grazie alla possibilità di sfruttare la corrente elettrica.).
Se pensate per un attimo a cosa sarebbe il mondo senza la corrente elettrica vi rendete conto che oggi è indispensabile al mantenimento della nostra civiltà.
Senza corrente elettrica niente motori (non solo elettrici ma anche a combustione interna, perchè l'elettricità è indispensabile al loro funzionamento e/o perlomeno al loro controllo), niente frigorifero, televisore, computer, luce, telefono, musica (se non ascoltando qualcuno che suona sul posto), costruzioni (tutte le macchine utensili sono elettriche: trapani, frese, torni, presse, saldatrici, ...)
In questo capitolo vediamo di capire come si muovono le cariche all'interno di un conduttore e come questo movimento possa causare effetti utilizzabili praticamente.
Nel prossimo vedremo che una corrente elettrica può generare un campo magnetico e che a sua volta un campo magnetico può "mettere in moto" delle cariche generando una corrente elettrica,

In origine si immaginò la corrente elettrica come uno spostamento di cariche positive, quindi respinte dal "polo" positivo e attirate dal "polo negativo".
In seguito si scoprirono gli elettroni e si capì che la corrente nei metalli e in genere nei conduttori è in realtà un flusso di elettroni (cariche negative) che quindi vanno dal polo negativo al positivo.
Per convenzione però la corrente elettrica è rimasta nel senso dal positivo al negativo.
Quindi corrente elettrica da positivo a negativo, ma in realtà cariche di elettroni che vanno dal negativo al positivo.
Per quello che dobbiamo vedere noi tutto sommato la cosa non ha molta importanza.
Come per un fiume la corrente si indica con quantità d'acqua che passa in una certa sezione in un secondo, anche per la corrente elettrica la INTENSITA' è data dal valore della quantità di CARICA che passa in un secondo.

Si misura in Ampere (A) e in pratica 1 A = 1C/sec.
In realtà però, nel sistema internazionale l'unità di misura fondamentale non è più il Coloumb (dal 1939) ma l'Ampere, per cui è più corretto affermare che il Coloumb è la quantità di carica che passa per una certa sezione di conduttore in un secondo con una corrente di un Ampere (C= A x sec).
Il nome viene dal fisico francese André-Marie Ampere, che studiò particolarmente i fenomeni elettromagnetici.
Ancora come definizioni, si dice "CORRENTE CONTINUA" quella che abbiamo appena considerato, cioè una corrente con un verso ben definito, alimentata da un generatore con un polo "POSITIVO" e un polo "NEGATIVO" (ad esempi una batteria o un pannello fotovoltaico o una DINAMO.
Nella corrente continua al polo positivo, sempre per convenzione, si associa il colore ROSSO, mentre al negativo il colore NERO (a volte GIALLO).
La corrente continua viene utilizzata in genere a bordo dei veicoli dove viene generata dal motore (in realtà viene generata come corrente alternata, che poi vediamo, e successivamente "raddrizzata"), ma deve essere disponibile anche a motore fermo, quando viene prelevata da una BATTERIA.
Le tensioni (ora ne parliamo) unificate sono 12, 24 e 48V.
Nelle applicazioni "fisse" (civili o industriali) invece, viene utilizzata la "CORRENTE ALTERNATA", cioè una corrente che "scambia" continuamente le polarità. In Italia e in Europa in genere questo "scambio" avviene 50 volte al secondo (50 Hertz - sigla Hz), mentre negli USA e paesi limitrofi la corrente è a 60 Hz.
Sugli aerei si utilizza corrente alternata a 400 Hz in quanto la frequenza elevata esalta quello che si chiama "effetto pelle", facendo passare la corrente, in caso di incidente, solo sulla pelle delle persone, senza interessare gli organi interni e in particolare il cuore.

Nella tabella seguente vedete i colori unificati per i conduttori di corrente.

Per la corrente continua, come già detto, si utilizzano i colori rosso per il positivo e nero (a volte giallo) per il negativo.
Nei veicoli in metallo spesso il negativo è direttamente collegato alla struttura metallica, per cui per distribuire la corrente nel veicolo è sufficiente il solo conduttore rosso (positivo).
Nella corrente alternata invece si utilizzano tre colori (NERO, GRIGIO e MARRONE) per le fasi e in colore BLU (a volte si trova il bianco ma non in Italia) per il conduttore di NEUTRO.
Questo però lo vediamo quando parliamo della corrente alternata nel prossimo capitolo.

Resistenza elettrica

Quando la corrente passa in un conduttore gli elettroni fanno una certa fatica a farsi strada.
Questa "resistenza" che incontrano è stata studiata e quantificata dal fisico George Simon Alfred Ohm nel 1827.
Ohm si accorse che con una medesima PILA (l'invenzione di Volta) la corrente che passava in un conduttore era diversa in funzione della "differenza di potenziale" (in Volt, la abbiamo vista nel capitolo precedente parlando del campo elettrico) e delle caratteristiche chimiche e geometriche del conduttore.
In particolare Ohm notò che:
  1. A parità di conduttore, la corrente che passa è direttamente proporzionale alla differenza di potenziale.
  2. A parità di differenza di potenziale la corrente che passa è direttamente proporzionale alla SEZIONE del conduttore
  3. A parità di differenza di potenziale la corrente che passa è inversamente proporzionale alla LUNGHEZZA del conduttore
  4. Che pur mantenendo le proporzionalità di cui prima cambiando il tipo di materiale che costituisce il conduttore cambia l'intensità di corrente.

Messe nero su bianco queste osservazioni sono note come "leggi di Ohm" e sono la base per lo sviluppo di qualsiasi progetto elettrotecnico.

In particolare, partendo dalla seconda, terza e quarta osservazione, viene definita la grandezza fisica "RESISTENZA ELETTRICA", che si misura in Ohm (simbolo Ω - sarebbe la OMEGA maiuscola dell'alfabeto greco) come
Dove:
  • R è la resistenza Ω
  • L è la lunghezza del conduttore
  • S è la sezione del conduttore
  • ρ è la "resistività" del materiale che compone il conduttore e varia da materiale a materiale e in funzione della temperatura.
Nella tabella a sinistra vedete alcuni valori della resistività per i vari materiali.
Per i conduttori si vede che le migliori caratteristiche spettano all'argento (che però è molto caro), mentre al secondo posto (staccato di poco ma moto più economico) c'è il rame, che infatti viene utilizzato per la realizzazione dei cavi elettrici.
Scartando per ovvie ragioni l'oro, oggi si tende ad utilizzare anche l'alluminio, che ha una resistività più o meno doppia rispetto al rame (e questo vuol dire che per fare la stessa funzione si utilizzano cavi di sezione doppia rispetto al rame).
 

A destra invece sono riportati i codici colore per leggere le resistenze utilizzate nei circuiti elettronici.
In pratica i primi anelli indicano le cifre significative (ad es 245), l'ultimo anello prima di uno spazio vuoto indica il numero di zeri da aggiungere (ad es. 245000) - dopo lo spazio gli anelli indicano la precisione (tolleranza).

Dalle prime tre prime osservazioni invece si deriva la LEGGE di OHM che dice che l'intensità di corrente è direttamente proporzionale alla differenza di potenziale e inversamente proporzionale alla resistenza del conduttore.
La legge di Ohm si può esprimere in funzione delle caratteristiche (Intensità, Differenza di Potenziale, Resistenza - a sinistra) o riferendosi alle unità di misura (Ampere, Volt, Ohm - a destra).
Le resistenza quando vengono attraversate da corrente si scaldano.
In questo modo erano costruite le lampadine a filamento (inventate da Edison).
Queste erano un sottile filo di materiale molto resistente alle alte temperature (tungsteno) che al passaggio della corrente si riscaldava fino a diventare incandescente ed emettere luce.
L'effetto per cui un conduttore percorso da corrente si scalda è detto "effetto Joule".

Circuiti elettrici in corrente continua

Un circuito elettrico è uno schema che contiene almeno un generatore (che fornisce la corrente e la differenza di potenziale) e un utilizzatore (nel nostro caso una resistenza).  

 
Grazie alla legge di Ohm ora siamo in grado di "risolvere" dei semplici circuiti elettrici.
In un circuito con più resistenze queste possono essere collegate in SERIE se sono una dopo l'altra (tutta la corrente che passa in una passa anche nell'altra).
Se vi ricordate come si calcola la resistenza in funzione della geometria, sarebbe come se avessimo una resistenza più lunga (lunghezza totale uguale alla somma delle lunghezze) e infatti in una circuito serie RT = R1 + R2 .

Se invece le resistenze sono messe in modo che la corrente passi "dividendosi" tra le due resistenze diciamo che sarebbe come se fosse aumentata la "sezione" totale.
in questo caso è un po' più complicato ma ricordando che la sezione stava a denominatore la formula intuitivamente non è molto difficile da capire:

Potenza elettrica

Il "lavoro" compiuto da un generatore per spostare una carica q è dato dal prodotto della carica per la differenza di potenziale (come per la forza di gravità era la "forza peso" per la differenza di quota - mgh).
Nel nostro caso L= ΔV x q.
Ricordando che la potenza è L/sec, e che q/sec sarebbe l'intensità di corrente troviamo la formula fondamentale che lega differenza di potenziale con corrente e potenza (Volt, Ampere e Watt).
Semplicemente

W = V x A

Ricordando la legge di Ohm per cui era  A= V/Ω  si ricava.

Nelle applicazioni pratiche vediamo cosa vuol dire parlare di Watt, Ampere, Volt.

Quando utilizziamo un'apparecchiatura elettrica i Watt indicati sulla targhetta inducano la potenza assorbita dall'apparecchiatura.

I Volt indicano la tensione del generatore con cui l'apparecchiatura deve funzionare (tipicamente 230 V per le utenze domestiche in Italia - negli USA 120 V - può cambiare da paese a paese)

Gli Ampere indicano quanta corrente serve per far funzionare l'apparecchiatura (su questo valore si dimensionano le protezioni - cioè gli interruttori - e i cavi).

 
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